Sportdonna interview – Mister Prestifilippo: “Voglio tornare ad allenare, sto valutando alcune proposte”

Dopo le tante stagioni con le Azalee, mister Dolores Prestifilippo a settembre era partita per giocare in Serie A sulla panchina del Como 2000. L’eliminazione della Coppa Italia e le troppe sconfitte subite in Campionato, hanno però portato la dirigenza all’esonero. L’abbiamo contattata per capire quali sono le sue prospettive future.

Che emozioni ti dà il calcio?
“Sognare sogni impossibili. E’ una sfida continua, come combattere col proprio nemico invincibile. E’ condividere la felicità con più persone, sviluppare e confrontare i propri pensieri con quelli degli altri mettendoci passione e gioia. Non c’è un traguardo, ma è qualcosa che devo continuamente inseguire e mantenere con me e per me, dando vita a valori in tutte le cose che faccio. Premessa per la mia vita, e se non lavoro per fare ciò che amo, sicuramente dopo dovrò amare quello che arriverà. Sapere che sono io a determinare tutto questo vorrà dire che qualcosa di speciale ci avrò messo davvero”.

Quali sono i tuoi ricordi più belli di quando giocavi?
“Il periodo che mi ha regalato i ricordi più belli sicuramente è quello in cui giocavo alla Reggiana, dove ho trovato, oltre che un grande Presidente, prima di tutto un grande uomo. Dove ho trovato delle compagne di squadra talentuose e di grande temperamento che mi hanno insegnato tanto. Giocatrici che hanno scritto la storia del calcio femminile. Non mi sento di citare alcun nome, perché tutte sono state per me fondamentali. La determinazione di questo gruppo mi ha regalato grandi e numerose vittorie, sia sul campo che fuori”.

Qual è stato il punto più alto della tua carriera da calciatrice?
“E’ stata sicuramente la chiamata in Nazionale. È una soddisfazione ottenuta inevitabilmente dai sacrifici fatti nella mia carriera calcistica: i viaggi interminabili e tutte le grandi difficoltà, come quella di non potersi allenare con la squadra per problemi di lavoro e distanza, il doversi allenare da sola o nelle squadre dove giocavano i miei fratelli. Era davvero un’impresa, soprattutto per dimostrare poi di essere all’altezza per il club in cui giocavo. Ed è grazie a questo e all’impegno che ho dimostrato che posso confermare che arrivare ad una finale in un Europeo e sentire l’inno nazionale e sentire la gente che ti ama, ti fa capire veramente quanto sono stata fortunata”.

Quando hai deciso di diventare allenatrice?
“Riuscì a prendere il patentino Uefa B quando ancora giocavo. Dopo di che a fine carriera, la società Tradate, militante a quel tempo in Serie B, mi chiese di guidare la squadra. In tre anni di lavoro costante sono riuscita a portare la squadra in Serie A e a rimanerci”.

Qual è stata la più grande stagione alla guida di una squadra?
“Credo che sia proprio questa la mia più grande soddisfazione da allenatrice, grazie anche ad un gruppo straordinario, non tanto dotato di grandi potenzialità, ma pieno di generosità e spirito di sacrificio. Penso che siano stati i loro maggiori punti di forza e che abbiano meritato la promozione”.

Como 2000, che esperienza è stata?
“Dopo 6 anni di lavoro con le Azalee, militante in Serie B, presi questa scelta di allenare il Como 2000 più che altro per un cambiamento di ambiente, ma soprattutto di approccio ed esperienza in una categoria superiore, anche se già vissuta proprio con il Como precedentemente. Sapevo che sarebbe stato molto difficile, soprattutto salvarsi in un campionato come quello della Serie A. Il mio obbiettivo era sicuramente quello di fare bene, con una mentalità positiva. Purtroppo non ho avuto tempo sufficiente per dimostrarlo, e non me lo aspettavo assolutamente. E’ davvero un peccato perché sarebbe stata una buona occasione per me a livello di esperienza”.

Rimpianti?
“Rimpianti non ne ho, io ho fatto del mio meglio per lavorare con serietà e professionalità e trasmettere tutto ciò alle ragazze. Forse tutto questo non è stato capito e mi dispiace. Nonostante ciò, considero anche questa un’esperienza sicuramente da aggiungere al mio bagaglio”.

Che progetti hai per il futuro?
“Il mio percorso e il mio progetto “ideale” è sicuramente quello di allenare. Al momento sto valutando delle proposte, spero sempre che ci possa essere dell’interesse da parte di squadre dove il loro progetto sia interessante e costruttivo. Uno degli obiettivi per i prossimi anni è di conseguire il Uefa Pro, in quanto possiedo già il patentinoi Uefa A (ottenuto nell’anno 2012)”.

Francesca Gargiulo

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