Il maltempo che si è abbattuto sulla Liguria ha messo in ginocchio alcune società sportive della regione. Noi di SportDonna ne abbiamo parlato in esclusiva con Denise Zacco atleta della Società Sportiva Murcarolo. “La mareggiata ci ha portato via la maggior parte delle barche ma soprattutto ha distrutto quello che noi chiamiamo lo scaletto che è quello che ci permette di mettere in acqua la barca e di conseguenza poterci allenare. I danni maggiori li abbiamo avuti a Prà dove ci alleniamo con le imbarcazioni olimpiche. Lì il vento ci ha portato via e distrutto alcune barche, quelle che usiamo per l’attività giovanile” le sue parole. Ma il racconto di Denise Zacco, su quei momenti drammatici, che hanno compromesso anche la loro attività, continua: “Non ne bastava una mareggiata, è arrivata anche la seconda. Quella ci ha rotto i pontili, il canale è da dragare e, i catamarani (le barche che usano come supporto durante gli allenamenti ndr) sono andati distrutti”.
La Società Sportiva Murcarolo, ha però sede a Nervi e lì, fortunatamente i danni sono stati minori: “A Quinto abbiamo avuti meno danni il mare ha portato via qualche remo, barche da pesca sportiva e le canoe dei soci. La nostra però è una società piccola quindi contiamo i danni e cerchiamo di ripartire. Non sarà facile però anche perché adesso non possiamo più uscire in barca a Prà per gli allenamenti e quindi arrivare in gara senza aver provato sull’acqua crea un gap difficile da colmare con gli avversari”.
La società, così come tante altre strutture genovesi e liguri sta facendo la conta dei danni. La passione però non la si può fermare: “Sul Murcarolo ci tengo a sottolineare una cosa. Nonostante sia una piccola società la nostra investe molto sul futuro dei suoi atleti. Da qui, nonostante le difficoltà, sono usciti atleti di grande livello. Io mi sento, anche per età, ormai tra quelli anziani, quelli del passato. Adesso però ci sono tanti elementi di ottime prospettive”.
La chiacchierata con Denise Zacco però non si limita alla conta dei danni. Quello è stato sicuramente un duro colpo ma c’è da pensare al futuro. E, allora, quali sono i tuoi prossimi obiettivi? “Vediamo come va la preparazione, non punto più al gruppo sportivo che era il mio sogno di prima adesso lo sport lo vivo come una passione non voglio sia vincolante. Spero di togliermi ancora qualche soddisfazione, magari un mondiale in una specialità non olimpica. Al di là del canottaggio invece ho partecipato al concorso per entrare nella polizia penitenziaria. Ho passato il primo step e a breve ci sarà il secondo. In generale tutto dipenderà anche da questo risultato. Se andrà bene e la penitenziaria aprisse il gruppo sportivo anche al canottaggio, che ancora gli manca, ovviamente non mi dispiacerebbe…”
Il sogno di ogni atleta, solitamente, ha la forma dei cinque cerchi. Anche per chi, per scaramanzia non lo vuole ammettere. Niente Tokyo 2020 per te?
“Il sogno nel cassetto resta l’olimpiade ma adesso vivo lo sport in maniera diversa, meno ossessiva forse e più come svago. Eppure ho notato che a livello di rendimento, anche solo in allenamento, rendo quasi come prima, quando invece ero in nazionale. Penso che seguendo questa strada potrei anche tornare ad alti livelli. Anche a livello mentale mi sento più libera e questo aiuta tanto. Sento meno fatica”.
Prima dei prossimi Giochi Olimpici c’è ancora tempo. Hai già in mente quale sarà la prossima gara? “Con un’altra ragazza abbiamo in programma di fare il 2 senza pl (pesi leggeri ndr), una nuova specialità introdotta ai mondiali dallo scorso anno. C’è meno competizione e si potrebbe portare a casa un buon risultato e poi si sa, vincere aiuta a vincere. Le atlete che ci sono adesso sono forti e di alto profilo. Io sono stata ferma per tano tempo più di un anno, quello che ho trascorso nell’esercito. Ho cercato di recuperare ma devo comunque colmare il gap dovuto all’inattività. I risultati degli ultimi test sono incoraggianti”.
Una volta – è proprio il caso di dirlo – messi in remi in barca, cosa ti piacerebbe fare? Vedi un futuro da allenatrice per te? “Più che l’allenatrice preferirei fare la personal trainer. Ho già seguito il corso e ottenuto la qualifica. Al di la del canottaggio ho la passione per lo sport in generale e mi piacerebbe trasmetterla alle persone. Ho comunque iniziato a seguire i ragazzini e mi piace vederli appassionare al canottaggio. Il nostro è un sport di nicchia, oggi tutti – maschi soprattutto – vogliono giocare a calcio vederli in palestra e sulla barca mi fa sorridere. In generale sogno uno sport senza fatica, quello che ti fa sentire felice una volta finito di allenarti”.