Leyla Ziliotto, classe 1992, campionessa di bocce, giocatrice di volo della Nazionale del Marocco, eredita dal padre la passione per le bocce. Attualmente è tesserata per la Boccia Savona ma in prestito alla Borgonese (To) e conduce, su un’emittente genovese, un programma dedicato proprio a questo sport spesso poco considerato.
Come si ci avvicina al vasto mondo delle bocce?
“Nel mio caso è stata un’eredità di famiglia perché mio papà è un giocatore di bocce e anche quando ero piccolina mi portava a vedere le sue gare. Lui appassionato di questo sport, e giocatore a livello professionistico della massima categoria, la serie A, mi ha trasmesso questa passione”.
Per praticare questo sport servono delle attitudini particolari?
“Prima che capacità fisiche serve una condizione mentale particolare, le bocce sono uno sport molto psicologico. Per quanto riguarda invece la condizione fisica dipende anche tanto dalla specialità; io ad esempio, mi cimento nel tiro progressivo, una prova anaerobica che richiede un allenamento specifico basato soprattutto sulla corsa (scatti e ripetute) per potenziare capacità di resistenza e velocità”.
Quindi è leggenda definirlo uno sport semplice e statico?
“Si tende a confondere le bocce intese come passatempo con le bocce sport vero e proprio… se praticato come disciplina sportiva richiede un’ottima preparazione fisica, e ti porta a fare davvero molto movimento”.
Sei reduce dai Mondiali in Cina…
“Si un’esperienza fantastica. Non ero al meglio delle mie condizioni ma è stato indimenticabile, motivo d’orgoglio. Era la mia terza partecipazione in ambito internazionale».
I tuoi prossimi obiettivi?
“Attualmente detengo il record di tiro progressivo e l’obiettivo è quello di migliorarmi sempre e quindi di migliorare anche i tempi di questa specialità. Allo stesso tempo sto lavorando per raggiungere buoni traguardi anche nelle prove tradizionali”.
Chi può avvicinarsi a questo mondo così affascinante?
“Le bocce sono uno sport per tutti; non esiste un’età ideale, può iniziare un bambino di sette anni o un uomo di cinquanta, e se devo dare un consiglio spassionato invito tutte le donne a provarlo perché non è assolutamente uno sport maschile, anzi, spesso le donne sono molto portate e possono raggiungere davvero ottimi risultati. La Nazionale Italiana ad esempio è fortissima anche nelle giovanissime leve”.