A volte ritornano. È proprio il caso di dirlo. Allie Kieffer a 31 anni è pronta a tornare al top. Lei, che a vent’anni era una delle promesse dell’atletica statunitense e che, a causa di un infortunio, vide infrangersi i sogni olimpici. Nel 2012, infatti, la sua tibia fa crack proprio il giorno prima delle selezioni del team americano sui 10mila metri. La sua colpa? Un fisico non proprio snello o, meglio, non secondo gli standard imposti da questo sport. Obbligata a seguire una dieta gli effetti non furono quelli sperati: divenne più leggera ma il suo corpo ne risentì. E viaggio a Londra sfumato. Ma i sogni non sempre sono destinati ad infrangersi e non tornare mai più. La Kieffer tornò a New York senza abbandonare la corsa e riprendendo facendo jogging a Central Park. “Un giorno iniziai a cambiare il tipo di allenamento, il mio fidanzato faceva CrossFit e anche io decisi di iniziare a sollevare pesi. Eppure proprio quell’allenamento che per gli standard tradizionali è sbagliato mi faceva andare più forte” racconta. Abbandonata la dieta e scelto un rivoluzionario stile di preparazione è tornata a gareggiare alla maratona della Grande Mela chiusa con un tempo inferiore alle 2 ore e mezza: “Avevo 5 chili in più e forse le avversarie mi hanno sottovalutato per il mio aspetto“.
Allie Kieffer continua il suo racconto a Runner’s World: “Adesso mangio cibi sani e non mi nego nulla. Prima credevo di mangiare sano con insalate e carboidrati ma non era così perché i miei muscoli ne risentivano. Nulla deve essere off limits“. La sua storia potrebbe cambiare il mondo del running e della corsa per sempre. L’obiettivo deve esser lo stare bene, solo dopo viene il risultato sportivo. Anche Julia Jones, passato da maratoneta per lei e che oggi aiuta donne nella preparazione alla corsa dei 42 chilometri su strada, è dello stesso avviso della connazionale: “La prima cosa da far capire è la più difficile: serve mangiare di più e non di meno perché la massa muscolare deve essere mantenuta ed incrementata“. La Kieffer da tutta questa storia ha imparato una grande lezione che è quella che vuole trasmettere: per essere ammirati non serve uniformarsi agli altri. Si è unici, ed è proprio l’unicità che permette a tutti di poter essere ammirati.