Un’impresa dal sapore epico, da ciclismo d’altri tempi, quella di Anna van der Breggen nella prova in linea Elite dei Mondiali di Innsbruck 2018. Il fenomeno olandese attacca le avversarie a poco più di 40 km dal traguardo e fa il vuoto alle sue spalle, conquistando una delle poche vittorie che le mancavano nel suo quasi inarrivabile carniere nel modo più clamoroso possibile. La Regina delle Ardenne ha inflitto distacchi abissali alle rivali, a partire dall’australiana Amanda Spratt, seconda classificata a 3’42” ma autrice di una prova iridata maiuscola. Nessun rimpianto per l’Italia, che ha corso bene e semplicemente s’è dovuta inchinare alla schiacciante superiorità delle atlete olandesi, van der Breggen in primis. Applausi a scena aperta per Tatiana Guderzo, presente in ogni singola azione e capace di conquistare una medaglia di bronzo insperata, con quella classe che solo un’ex iridata come lei può sfoggiare.
La prova in linea donne Elite dei Mondiali di di Innsbruck 2018, gara regina che ha chiuso il programma femminile, si è svolta su una distanza di 156,2 km che già nelle primissime fasi presentava alcuni brevi asperità, preludio della prima vera difficoltà del percorso, il muro sito in località Gnadenwald (2,6 km al 10,5%). Successivamente è stato affrontato il circuito di Innsbruck, da ripetere tre volte e comprensivo della salita fino al comune di Igls (7,9 km al 5,7%), sito pochi chilometri prima del traguardo posto nel centro di Innsbruck. Un percorso estremamente impegnativo, con un dislivello di quasi 2500 m, che ha costretto tante squadre a fare corsa dura con azioni da lontano, mentre le sole olandesi avrebbero potuto aspettare gli ultimi giri per attaccare.
La campionessa uscente Chantal Blaak apriva il lotto delle fortissime olandesi, guidate da Anna van der Breggen ed Annemiek van Vleuten. Buone speranze nutrivano anche l’australiana Amanda Spratt, la danese Cecilie Uttrup Ludwig, la polacca Katarzyna Niewiadoma, la spagnola Eider Merino, la statunitense Megan Guarnier e la sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio. In casa Italia tutte le attenzioni erano rivolte per Elisa Longo Borghini, con tante seconde punte di alto livello capaci di adattarsi agli sviluppi in corsa.
L’andatura, sostenutissima fin dai primi metri, ha messo alla frusta tante atlete e una grande selezione è avvenuta già sul Gnadenwald, frantumando il vantaggio della fuga della mattina e rischiando di tagliare fuori anche alcune atlete di primo piano. Il primo giro nel circuito di Innsbruck è stato movimentato dal forcing della formazione australiana sulla salita di Igls, che ha fatto un’ulteriore selezione e che ha dato il via al valzer degli attacchi di varie atlete delle formazioni di riferimento, tra cui quella italiana. Elena Pirrone è stata brava ad inserirsi in una fuga formata dall’olandese van Dijk, dalla statunitense Rivera, dalla polacca Jasińska, dalla svedese Fahlin e soprattutto dall’australiana Spratt, che inserendosi in quest’azione ha messo in difficoltà lo squadrone Oranje, soprattutto quando l’attaccante van Dijk non è riuscita a tenere il passo delle avversarie.
Costrette a muoversi in prima persona a circa 40 km dal traguardo, Annemiek van Vleuten, vittima di una caduta nella prima parte di gara, ha dato una prima accelerazione immediatamente seguita da quella di Anna van der Breggen, che con una formidabile azione s’è riportata sul gruppetto di testa. Solo la Spratt è riuscita, ma per qualche chilometro soltanto, a resistere alla Regina delle Ardenne, che s’è poi lanciata in una sorta di cronometro individuale guadagnano costantemente sulle avversarie. Il gruppo principale, transitato con oltre 2′ di ritardo, è sprofondato sempre più lontano con il passare dei chilometri, rendendo l’ultimo giro di Anna van der Breggen una lunga passerella verso la maglia iridata.
Grande prova, con le gambe ma soprattutto con il cuore, di Tatiana Guderzo: eccellente stopper nella prima metà di gara, la veterana azzura ha saputo trasformarsi in una straordinaria punta nella parte conclusiva della corsa, che l’ha vista rientrare sui resti della fuga e giocarsi la medaglia, attaccando magistralmente sull’ultimo passaggio all’Igls e spegnendo le speranze di medaglia della canadese Canuel e della polacca Jasińska.