A Pyeongchang faceva freddissimo. Così Valentina Marchei ha iniziato il suo racconto a Raffaella Masciadri nella puntata di Sportive Digitali dell’8 luglio. Ho passato tutto il pomeriggio a scegliere i frame video per introdurla e ho scelto la performance del 2018 proprio delle Olimpiadi invernali dove, in coppia con Ondrej Hotarek, raggiunse il personal best nella gara a squadre con quei due esercizi pazzeschi, sia il corto sia il lungo, che hanno garantito ai due il sesto posto.
Quell’urlo alla fine della performance perfetta, lo stupore nell’apprendere il punteggio, nasconde tutta quella carica emotiva che fa capire quanto sia importante dare voce e spazio a chi ha potuto con perseveranza, dedizione, applicazione, sacrificio, raggiungere un risultato così alto nel pattinaggio artistico internazionale.
Valentina Marchei e la sua evoluzione dei 25 anni di carriera
Valentina Marchei, pattinatrice artistica su ghiaccio è stata 5 volte campionessa italiana in singolo e 1 volta in coppia: la prima al mondo a disputare due Olimpiadi consecutive in due discipline differenti del pattinaggio di figura. La performance in coppia con il pattinatore ceco rappresenta la più alta espressione dell’atleta che in 25 anni di carriera evolve sempre in qualcosa di emotivamente e sportivamente marcato, deciso e guidato dalla ostinazione di fare bene.
Ma Valentina Marchei è anche altro: una donna delicata, sorridente, devota alla famiglia e a quel padre, Marco Marchei, maratoneta di Mosca 1980 e Los Angeles 1984, che le è sempre stato vicino durante il suo percorso agonistico. Descrive i suoi genitori come quelle figure che erano sempre in disparte, “dietro la colonna” a guardare, ma pronti a intervenire per essere quel “cuscino morbido” dove appoggiarsi nei momenti più complessi.
Poi la voglia di capire cosa c’era fuori e quell’esperienza nel 2008 quando abbandona casa sua, il Forum di Assago, dove pattinava dal 1993, per andare in America.
L’America le ha insegnato a scoprire se stessa
L’America le ha insegnato a scoprire se stessa. “Ero sempre stata abituata ad avere una chioccia che mi diceva cosa dovevo fare e in America ho imparato cosa voglia dire prendersi la responsabilità di allenarsi da sola. Sono volata a Detroit dove mi hanno insegnato a vedere Valentina e non solo l’atleta: avere una vita fuori, una routine che non fosse solo limitata al ghiaccio ma orientata anche a costruire altro. Ho fatto la baby sitter, accompagnavo le bimbe a scuola prima di andarmi ad allenare, ho vissuto con persone di altre culture e nazionalità, mi sono messa in discussione. Stavo diventando un’atleta matura: da una ragazza timida a una ragazza consapevole dei suoi mezzi, versatile, con una sua opinione e con un’eredità da lasciare”
L’Eredità per le giovani atlete
Già perché è proprio nell’eredità costruita nei 25 anni di carriera, che Valentina dimostra, con umiltà, tutto il suo essere una grande atleta: voler restituire alle giovani atlete la sua esperienza e il significato del suo cammino, in equilibrio tra lo sport e la vita oltre il ghiaccio, che l’hanno portata a diventare la donna che è ora.
Poi il presente, le esperienze con Eurosport che le hanno offerto una strada casualmente perfetta, il suo ruolo nella Commissione Atleti del Coni e la sua amicizia con Marta Pagnini con la quale sta sperimentando un percorso trasversale dedicato alle giovani atlete, mettendo insieme le due discipline della ginnastica ritmica e del pattinaggio artistico.
Valentina Marchei è tutto questo e, guardando nel suo prossimo futuro, ci aspettiamo anche molto altro.