Nella sua vita c’è un prima e un dopo. Prima c’era una delle tante ragazze che partono dalla Romania e sognano una nuova vita in Italia, progetto che è durato un paio di settimane. Otto anni fa, quanto di anni ne aveva 24, un terribile incidente in autostrada a Verona ha spezzato le ali ai suoi sogni. Stridore di lamiere, ambulanza e diagnosi: ha perso l’uso delle gambe, paralizzata dal seno in giù. Da allora Roxana Dobrica è passata da un ospedale all’altro, da una speranza all’altra, fino a quando è arrivata a Brescia. “Per sette anni sono rimasta chiusa in casa, non accettavo la mia disabilità” spiega. Poi ha conosciuto i volontari dell’associazione ActiveSport Disabili .
“Una mattina sono arrivati all’ospedale con una handbike, l’hanno lasciata fuori in giardino. L’ho guardata e mi faceva ridere quella strana bicicletta” ricorda ancora. “Hanno avuto tanta pazienza, mi hanno fatto capire che avrei dovuto imparare a convivere con la mia nuova condizione coinvolgendomi in attività sportive e, soprattutto, standomi vicini nei momenti più difficili”. Poco dopo si è iscritta al Giro d’Italia di handbike, quasi per gioco, e i risultati non hanno tardato ad arrivare: quest’anno è seconda in classifica, dietro alla campionessa paralimpica Francesca Porcellato che corre per lo stesso team. “Sono molto soddisfatta delle mie prestazioni, mi diverto. Mi piace pormi sempre nuove sfide, nuovi obiettivi da raggiungere. “Ogni mercoledì, con la mia società sportiva, vado alla Casa di cura Domus Salutis – dov’ero anch’io ricoverata – a dare supporto morale e motivare i pazienti, invitandoli, una volta usciti, a fare sport. Oltre all’handbike, all’Active ci sono anche il tennis e la canoa. Porto la mia testimonianza, poi, nelle scuole sul tema della sicurezza stradale. Mi sento attiva e utile” continua Roxana.
Nuove angolazioni anche nel suo modo di intendere la femminilità. Schietta, ironica, energica e sorridente, Roxana è diventata una seguitissima influencer capace di travolgere con la sua umanità. “Col tempo ho imparato ad apprezzare e valorizzare ciò che di me era rimasto, senza perdere troppo tempo a piangermi addosso pensando a ciò che non avevo più. Essere guardata in modo “diverso” mi metteva a disagio, finché un giorno ho capito che ero io quella diversa, semplicemente perché non mi sentivo bene con me stessa. La gente guarda unicamente perché non è abituata a vedere, ma io “guardavo” perché la mente mi proiettava un’immagine di me che ormai non esisteva più. La gente ci vede in base a come noi ci poniamo. Maggiore è la stima che nutriamo di noi stesse, migliore è la percezione che la gente avrà di noi. Sembrerà banale, ma un sorriso è in grado di sprigionare più femminilità di un tacco a spillo”.
È con questo spirito che Roxana Dobrica, affiancata dall’agenzia Iulia Barton ha partecipato a “Modelle&Rotelle”, la sfilata in carrozzina della Milano Fashion Week, per sostenere le iniziative della Fondazione Vertical che si occupa di ricerca sulle lesioni midollari.
Ma dove trova la forza interiore per affrontare le sfide della vita? “Mi ripeto in continuazione che se la vita mi ha dato una seconda opportunità, significa che devo viverla al meglio – conclude Roxana – lo devo a me stessa e a mio figlio. Continuo a fare progetti, coltivo i miei sogni”. Prossima sfida? “Le paralimpiadi di Tokyo 2020. La federazione del mio Paese ha già dato la disponibilità a sostenere la mia partecipazione. Un impegno importante che richiede molto allenamento, ma sento che ce la posso fare!”.