Lo stalker che ha terrorizzato per mesi la pallavolista di Busto e della Nazionale Alessia Orro è stato arrestato. Una persecuzione nata a maggio con messaggi sui social e poi sfociata in un pedinamento ossessivo, richieste d’incontri sessuali e minacce irripetibili. L’uomo, un professionista di Novara, era arrivato a seguire le squadre nelle trasferte, prenotando gli stessi voli e gli stessi alberghi. In vista dell’inizio del campionato, aveva anche acquistato un abbonamento «vip», che permette l’accesso anche ad aree riservate e momenti di incontro con le giocatrici. Un mondo quindi per vederla da vicino senza problemi.
La ventunenne di Oristano può quindi riprendere ad allenarsi al PalaYamamay di Busto Arsizio, senza sentirsi addosso gli occhi del suo stalker. “Mi fissava in continuazione, appena mi giravo lo vedevo. Io pensavo a concentrarmi in campo, ma c’era agitazione e quando giochi si sente. La squadra non mi lasciava mai: le compagne e i dirigenti mi accompagnavano all’auto e a casa, senza di loro non so cosa avrei fatto. Ma, nonostante tutto, quando ero a casa da sola, a volte ho avuto paura. on avrei mai pensato di avere la forza per affrontare quello che mi è accaduto. Ma ora sto decisamente meglio e, anche se so che non ancora è finita, mi sento libera. E per lui provo solo schifo. Schifo“.
Il peggio sembra essere passato: “Ora sto meglio, decisamente meglio. Sono stati mesi di paura e ansia, ma ora sono sollevata, felice che sia finita. Anche se so che non è finita ancora. Non bisogna fare l’errore di chiudersi, restare soli può essere molto pericoloso. Bisogna chiedere aiuto. Denunciare“.