I campionati sono fermi e ad oggi ancora non si sa ancora se riprenderanno o se saranno definitamente annullati. Il mondo sportivo è ovviamente in ansia per il propagarsi del coronavirus ma anche per i danni che sta provocando e che provocherà a ogni livello. Anche economico. Ecco un interessante e completo documento redatto per il mondo della pallavolo dagli avvocati Claudia Balestreri e Lucia D’Ercole che hanno raccolto molto intelligentemente le domande che stanno circolando maggiormente fra i giocatori e le giocatrici.
“Il mondo della pallavolo non ha tutele – il parere dei due avvocati – Siamo dinanzi all’evidenza palese dell’assenza di qualsivoglia tutela giuridica, sia nei confronti delle società, fondate spesso unicamente su prestazioni volontarie, sia di atleti/e, ai quali non è mai stato riconosciuto un idoneo inquadramento giuslavoristico”.
Ma entriamo nel dettaglio.
1.Cosa ho firmato con la società sportiva?
Il documento che avete sottoscritto con la società/associazione sportiva è il contratto che definisce primariamente:
a) le modalità di svolgimento della vostra prestazione sportiva
b) il tipo di prestazione che la società/associazione vi deve corrispondere (solitamente un compenso in denaro)
c) la durata prevista per la prestazione.
2. Cos’è la durata della prestazione?
E’ il periodo indicato nel contratto durante il quale l’atleta si impegna a svolgere l’attività con la società/associazione.
Esso generalmente corrisponde alla stagione agonistica di riferimento (sino all’ultima giornata di campionato), ivi compresi eventuali play off o play out.
Talvolta, invece, le parti prevedono un termine di durata specifico. ( es. 30/05 o 30/06 etc)
3. Come influisce l’emergenza Covid19 sui contratti?
Fino a quando non viene annullato il campionato la prestazione resta possibile. Se e quando il campionato venisse annullato e la prestazione, quindi, divenisse impossibile, il compenso dovuto al giocatore/trice potrebbe essere rideterminato dalla società.
Devono, comunque essere tenuti in considerazione:
– la durata concordata nel contratto;
– il momento in cui viene annullato il campionato
Fino a quando il campionato non sarà annullato, la prestazione continuerà ad essere possibile
4.Ho diritto a ricevere il compenso anche se non mi alleno?
Anche se il campionato è sospeso, la maggioranza dei contratti resta in vigore, in quanto la prestazione resta possibile fino a quando non verrà annullato il campionato. I/le giocatori/rici che ad oggi sono rimasti/e a disposizione delle società/associazioni, rispettando le direttive impartite dalle stesse, non hanno perso alcun diritto al compenso. Bisogna, tuttavia, considerare le piccole realtà, ove ai/alle giocatori/rici viene conferito un mero rimborso spese giustificato dagli spostamenti effettuati dagli atleti.
Nel momento in cui, in ossequio ai provvedimenti, non possano essere svolti allenamenti in palestra, viene meno la giustificazione del rimborso spese.
5.La società mi ha detto che non posso muovermi dall’appartamento che mi ha fornito, può farlo?
Per quanto riguarda le realtà in cui i/le giocatori/rici durante la vigenza del contratto risiedono in alloggi messi a disposizione dalla società/associazione, si evidenzia che l’atleta non potrà allontanarsi dal detto alloggio se non espressamente autorizzato dalla società/associazione, perchè, come già espresso, il contratto è ancora vigente, nonostante la sospensione del campionato.
Se l’atleta non segue le direttive della società, questa potrebbe risolvere il contratto, non corrispondere il compenso e applicare eventuali penali, se previste.
6. Se il campionato dovesse essere annullato, quanto posso essere pagato e come?
Ogni scrittura privata prevede l’importo complessivo del compenso per la prestazione che deve svolgere l’atleta.
Il compenso è unitario, ma generalmente viene suddiviso in pagamenti rateali con scadenza mensile.
Quindi, non si deve ragionare in termini di compensi mensili, ma, eventualmente, di percentuale del compenso.
Nel momento in cui venisse annullato il campionato e il contratto venisse risolto in virtù dell’impossibilità della prestazione, le parti dovrebbero trovare un accordo sulla percentuale di compenso eventualmente non dovuta. Qualora non si trovasse un accordo, tuttavia, si potrà fare riferimento all’art. 2228 c.c. e la percentuale dovrà essere valutata in funzione dell’utilità della prestazione parzialmente resa o, più semplicemente, adeguata alla eventuale riduzione della durata della prestazione.
Per essere il più chiari possibile, di seguito proponiamo degli esempi:
a) contratto tra atleta/società con durata della prestazione che coincide con la stagione agonistica 2019/2020 che, come da calendario prevede la conclusione della regular season al 22/03/2020. Se il campionato dovesse essere annullato il 03/04/2020 all’atleta dovrebbe essere corrisposto l’intero compenso;
b) contratto tra atleta/società nel quale è previsto un termine specifico del 30/05/2020, se il campionato dovesse essere annullato il 03/04/2020 in tal caso la società potrebbe rideterminare il compenso tenendo conto che la prestazione è stata resa parzialmente rispetto al termine previsto da contratto.
8. Sarebbe corretta la determinazione di una percentuale di riduzione del compenso uguale per tutti i/le giocatori/rici?
Riteniamo che non sarebbe corretto prevedere una percentuale di riduzione uguale per tutti. Sarebbe, invece, necessario analizzare ciascun contratto al fine di una puntuale determinazione delle reciproche prestazioni rese e non rese nell’eventuale momento in cui venisse annullato il campionato, ribadendo che l’interruzione in essere ad oggi non implica l’insorgenza automatica di un diritto alla risoluzione del contratto. Riteniamo, tuttavia, che sia il momento più opportuno per dimostrare che nel mondo sportivo la buona fede è realmente il principio cardine su cui si fonda ogni rapporto.
In virtù di ciò è auspicabile che i soggetti coinvolti trovino un accordo che, nella difficile situazione che tutti stiamo subendo, riesca a tutelare nel modo più adeguato i diritti e gli interessi di entrambe le parti.