Ennesimo atto di follia nei confronti di una donna su un campo di calcio. Un allenatore e un tifoso hanno aggredito, fisicamente e verbalmente, l’arbitro, una ragazzina di 16 anni. L’episodio riportato dal quotidiano Il Giorno è successo a Meda, dove il Real ospitava la Rivanazzanese, squadra della provincia di Pavia. Campionato regionale U15 femminile.
La partita è sull’uno a uno. Il Real è in attacco, l’arbitro, che appartiene alla Sezione Aia di Saronno,guarda il cronometro e… un fischio, il secondo (per decretare la fine ne occorrono tre, da regolamento) coincide con un tiro scagliato da una giocatrice del Meda che finisce in gol – frazione di secondo in più o in meno difficile stabilirlo – sul terzo fischio.
La sedicenne convalida la rete e la fine del match. E subito si scatena il putiferio. L’allenatore ospite entra in campo, la raggiunge, inveisce contro di lei e secondo quanto emerge le avrebbe messo le mani addosso strattonandola più volte. Lei, sconvolta e spaventata, cerca di ripararsi. Un genitore scavalca la recinzione e tenta di raggiungerla. E’ il caos. Fino all’arrivo delle forze dell’ordine che riportano la calma e mettono in fuga l’uomo che stava scavalcando la rete. Ora, sicuramente, verranno presi provvedimenti: prima dalla giustizia sportiva ma quasi certamente anche da quella ordinaria.
“Non era assolutamente mia intenzione fare del male e neppure spaventare l’arbitro – ha detto all’Ansa in serata l’allenatore – Volevo solo richiamare la sua attenzione e chiederle spiegazioni per la sua decisione. Il mio errore è stato solo quello di metterle una mano su un braccio: avrei dovuto parlarle con le mani dietro la schiena“.
Purtroppo sono episodi sempre più frequenti. Come non ricordare il ragazzo che aveva insultato senza freni una donna arbitro oppure il fatto di cronaca che vide protagonista un presidente che colpì una ragazza che stava dirigendo una partita. Una decina di giorni fa il Ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, su Facebook aveva pubblicato un post con la foto di una donna arbitro di spalle e la scritta ‘Stop al sessismo’ dopo un episodio accaduto a Sava in provincia di Taranto.
Questo il racconto del papà della ragazza. “Le offese sono iniziate già dai primi minuti dal fischio d’inizio, quando una gruppetto di genitori tra cui anche donne del Sava ha cominciato a offenderla invitandola a dedicarsi al mestiere più antico del mondo piuttosto che calcare i campi da calcio. Sono continuate queste offese anche davanti all invito del mister ospite che finito il primo tempo si portava sotto la tribuna per invitare ad avere un comportamento decorso nei confronti di una ragazzina di appena 16 anni. Purtroppo anche lui è stato schernito dagli stessi genitori che lo invitavano vivamente a raggiungere lo spogliatoio. Questi pseudo genitori ne avevano per tutti. Squadra avversaria, genitori avversari e quando ce ne era l’occasione sempre l’arbitro…. Vai a pettinare le bambole….. Sei una deficiente…. Non capisci un cazzo…. Vai a farti le unghia o piuttosto la calza invece di arbitrare“.