Sportdonna interview – L’appello di Saiu del Villacidro: “Salvate il calcio a 11 in Sardegna” – SPORT DONNA

Fanalino di coda nel girone A di serie B, il Villacidro non rischia semplicemente la retrocessione nel campionato regionale ma la sparizione completa dal panorama calcio. Il perché, come abbiamo già ripetuto più volte, sta tutto nel fatto che in Sardegna non esistono campionati regionali. E allora Villacidro, come anche il Caprera e l’Atletico Oristano tutti gli anni lottano per non scomparire. Ma i problemi non sono solo questi.

Valter Saiu, presidente onorario del Villacidro, ci spiega: “Durante questa stagione abbiamo deciso di puntare sulle giovani per rilanciare il calcio femminile sardo, senza andare a prendere ragazze da altre regioni”. La decisione quindi è stata quella di puntare forte sul settore giovanile per dare la possibilità alle ragazze di giocare in serie B e crescere. Nonostante l’impegno, i risultati in campo non pagano e in più in società si deve pensare a come difendersi dalle rappresaglie dal calcio a 5. “Qualche settimana fa – ci spiega il presidente – la Nazionale Under 17 di calcio a 5 ha chiamato alcune nostre ragazze, tramite i genitori, per partecipare alle loro partite rischiando quindi di lasciarci senza alcune pedine”. Dopo le lamentele, il passo indietro della Federazione di calcio a 5 con le ragazze che sono rimaste al Villacidro.

Diverse ragazze in Sardegna hanno scelto la via del fustal per continuare a praticare calcio, senza avere impegni pressanti come si hanno con una squadra iscritta in un campionato di serie B. “A volte le mie ragazze si trasferiscono nelle società a 5 e lì fanno strada, sono felice per loro ma per noi è un danno”. Un danno, anche perché al Villacidro che queste ragazze le cresce fin da piccole, per l’articolo 118 legato al cambio d’attività non riceve nessun premio in denaro ma resta impotente e senza elementi fondamentali.

“Non voglio creare alcun tipo di polemica con la Federazione del calcio a 5, – specifica – ma pretendo rispetto. Ognuno deve fare il suo, non si può vivere sui vivai degli altri. Da Roma si deve intervenire per salvare il calcio a 11 in Sardegna. Altrimenti quest’anno toccherà a noi sparire, poi al Caprera e l’anno successivo all’Oristano. Serve un segnale da Roma”.

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