Il blackout si paga caro: Brescia-Verona e le distrazioni d'Europa – SPORT DONNA

Sognavano un debutto nell’edizione di Women’s Champions League 2016-2017 decisamente migliore sia AGSM Verona che Brescia, ma entrambe le squadre sono tornate in Italia con due sconfitte. Per il Verona le attenuanti sono gli infortuni e il lungo viaggio in Kazakistan che è durato ben 18 ore mentre la qualità delle Leonesse è stata messa a dura prova su un campo pesante come quello trovato in Polonia.
Ma chi sbaglia deve imparare ed entrambe le squadre, indubbiamente superiori, sulla carta, alle avversarie, hanno il dovere di elaborare gli errori e ribaltare il destino della qualificazione la prossima settimana. Questa volta però occhio ai blackout.

Chi mal comincia. Il Verona di Longega ha iniziato la gara contro il Biik con un uno due devastante da parte delle avversarie. Dal 4′ al 10′, sei minuti e la qualificazione si mette subito male: prima Adule beffa Rodella e trafigge la porta veronese con una diagonale, poi arriva il raddoppio di Gabelia sugli sviluppi di un calcio d’angolo. E son dolori. Da lì la gara è stata tutta in salita, ma nel secondo tempo le gialloblu hanno dimostrato di poter fare di più delle avversarie. Il 3 a 1 finale richiede comunque che mercoledì venga fatto un miracolo.

Finale in apnea. Problema opposto per il Brescia che dopo pochi minuti sembrava già aver in pugno la partita e le avversarie del Medyk-Konin. Più qualità e avversarie, molto fisiche, che girano a vuoto senza capirci troppo. Questo almeno fino al minuto 75 dove si è abbassato il sipario sulla bella prestazione bresciana. Un quarto d’ora d’ordinaria follia trasforma una vittoria per 3 a 1 in una sconfitta per 4 a 3. Bertolini cambia, prova a coprirsi, ma le sostituzioni di Mele e Girelli con Eusebio e Tarenzi non portano ai risultati sperati e freddano il Brescia che resta con l’amaro in bocca. Le biancoblu pagano a caro prezzo la fisicità della squadra polacca che sul finire dalla gara si è fatta sentire ma anche qualche occasione di troppo gettata al vento con un po’ di superficialità.

7 gol subiti in due partite restano davvero troppi. Da registrare ci sono le due difese o meglio, le due fasi difensive. E’ mancata l’esperienza, quella di Roberta D’Adda che al centro della difesa bresciana avrebbe potuto garantire sicurezza oppure quella di Lisa Boattin del Verona che, nonostante la giovane età ha già dimostrato di essere un difensore affidabile.

La prossima settimana nelle gare di ritorno non sarà ammessa nessuna distrazione, un paio di minuti di blackout questa volta potrebbero costare la qualificazione e un’intera stagione.

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