Quando hai un tiro dagli 11 metri su quel pallone sei da solo. Ti ritrovi in quello stato anche con centinaia di tifosi sugli spalti, coi compagni che sono lì, pronti a sperare con te. A contare sono solo le tue forze, perché, diciamocelo, il rigore perfetto non riuscirà a pararlo nemmeno il portiere più forte al mondo. In questo inizio di campionato l’AGSM Verona ha dovuto affrontare due sfide che avevano un po’ il sapore di un calcio di rigore: la Supercoppa e i sedicesimi di Women’s Champions League. Dentro o fuori, vincente o sconfitto. Zero appelli, niente repliche. Ed è andata male. Palla fuori misura.
In Supercoppa le ragazze di Longega hanno provato a tener testa al più esperto Brescia ma hanno dovuto arrendersi e veder alzare il primo trofeo della stagione alle avversarie. La doccia più fredda è però arrivata in Europa con l’uscita di scena al primo turno per mano del Biik. Dopo la sosta per le Nazionali, le veronesi hanno il dovere di ripartire. Sì, ma da dove?
Per prima cosa dalla consapevolezza che la squadra è molto giovane, oltre che praticamente tutta nuova, e che quindi qualche passo falso avrebbe dovuto essere preventivato. In secondo luogo da quelle giocatrici che, anche in momento difficile hanno dimostrato di essere un punto di riferimento, ovvero capitan Melania Gabbiadini e Federica Di Criscio. Senza dimenticare però che anche le nuove leve possono dare un contributo determinate alla causa, una tra queste è senza dubbio Paige Williams. Nelle prime gare l’inglese era partita in sordina ma nel secondo tempo contro il Biik, subentrando dalla panchina, ha dimostrato di saper cambiare il volto della squadra con tecnica e velocità. Aspettando la greca Sofia Koggouli, out per infortunio, ottima anche la grinta dimostrata da Martina Piemonte. L’attaccante 18enne a volte è rude negli interventi e “sfacciata” con la terna arbitrale ma ha la cattiveria giusta. Forse nelle notti di Champions un po’ del suo carattere sarebbe servito anche a tutte le altre. Si può sempre imparare….