Le donne in un recinto. La forte provocazione della pallavolo femminile – SPORT DONNA

Le donne in un recinto. La forte provocazione della pallavolo femminile che si schiera apertamente contro la discriminazione nei confronti delle donne. Nel corso della partita valida per la Samsung Volley Cup di Serie A1 tra Pomì Casalmaggiore e Il Bisonte Firenze, in programma questa sera alle 20.30 al Pala Radi di Cremona e in diretta su Rai Sport + HD, le donne presenti al palazzetto saranno invitate a trasferirsi, tra il primo e il secondo set, all’interno di un settore recintato della Gradinata, così come avverrà al King Abdullah Sports City Stadium di Gedda in occasione della Supercoppa italiana di calcio tra Juventus e Milan, quando le donne potranno vedere l’incontro solamente da un settore circoscritto. Cosa che ovviamente scatenato grosse polemiche a tutti i livelli. Leggi qui.
Ad ulteriore sostegno della VBC Pomì all’iniziativa contro la discriminazione di genere, in occasione della partita VBC Pomì – Il Bisonte Firenze tutte le donne entreranno gratuitamente al PalaRadi di Cremona.
E’ una forte provocazione che raccoglie l’appello lanciato nei giorni scorsi dal presidente di Lega Volley Femminile Mauro Fabris – afferma il presidente della VBC Pomì Casalmaggiore Massimo Boselli Botturi -. Chiederemo alle donne presenti al palazzetto di aiutarci a realizzare un significativo flash mob che diventi un messaggio contro la discriminazione di genere. Un modo concreto per far capire quanto succederà a Gedda in occasione della Supercoppa”.

Da sempre il nostro movimento si batte contro le discriminazioni, verso le donne in particolare, e da sempre promuoviamo iniziative utili a sostenere, potenziare e tutelare la parità di genere in tutti i settori, non solo quello sportivo – spiega il presidente Mauro Fabris – Siamo perciò stupiti e dispiaciuti, nel rispetto delle responsabilità di altre federazioni e leghe, che si sia scelto di far giocare uno dei massimi eventi calcistici italiani su un palcoscenico dove i diritti delle donne e la parità di genere sono negati. Non si possono accettare discriminazioni senza correre il rischio di esserne complici e sminuire l’impegno di quanti, anche nello sport, come noi, si battono perché tali discriminazioni siano superate e cessi la violenza contro le donne”.

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