Marta Mason lascia il calcio giocato. L’attaccante del ChievoVerona Valpo chiude quindi una carriera che l’ha vista protagonista per tanti anni.
Classe 1993, Marta cresce calcisticamente nelle giovanili del Piombino Dese, dove milita nella squadra maschile dai 7 fino ai 13 anni d’età. Nel 2006 entra nella prima squadra femminile della carriera, a Barcon, fino a che venne notata dal Venezia dove entra in rosa nel 2008 giocando con la maglia arancio-nero-verde due stagioni in Serie A. Dopo essere passata alla Reggiana, al Chiasselis, all’ASGM Verona e al Mezzania decide di ritirasi nel 2016 per dedicarsi al canto.
Con una ottima media gol: oltre 73 reti in 155 partite di Serie A, ma falcidiata nel fisico (e anche nello spirito) dai numerosi infortuni, la ragazza aveva deciso di seguire un’altra sua passione: la musica. Era quindi riuscita ad entrare nel programma Mediaset “Amici di Maria De Filippi” . “Cantavo già da piccolina sul lettone, in doccia e ai cori di Natale a scuola. È sempre stato un istinto naturale “.
Il 7 luglio 2017 viene pubblicato il suo primo singolo, I Walk Alone.
Poi dopo un anno di stop il ritorno al calcio nel Valpolicella in A e quindi il trasferimento al ChievoVerona. Ora la , definitiva, decisione di appendere le scarpette al chiodo.
“Caro calcio,
ti saluto con un sorriso.
È così che metto un punto ad una meravigliosa vita che mi ha accompagnato dai miei quattro anni e mezzo.
Lo faccio con addosso la felpa dei miei colori del cuore.
Con la squadra per la quale avrei sempre sognato di giocare,stata per me sogno,ispirazione ed aspirazione.
Dico ciao e grazie con molte emozioni e sensazioni contrastanti: felicità,rabbia,delusione,emozione,frustrazione,
orgoglio,malinconia,soddisfazione, gioia e speranza.
Sì, speranza.
Perché lascio il calcio nel suo momento d’evoluzione, di crescita rapida ed esponenziale.
Il nostro calcio che sta vivendo una rivoluzione che mai avrei pensato sarebbe stata così rapida e concreta.
Spero che ogni bambina che in questo preciso istante sta iniziando a calciare un pallone possa vivere il suo sogno.
Ho avuto l’onore di giocare la Champions League, la Serie A e di indossare la maglia della nazionale.
Tanti sogni non li ho potuti realizzare ma ho lottato per arrivarci.
D’ora in poi lavorerò sperando che tante altre ragazze possano raggiungere i loro desideri ed obbiettivi e questa sarà la mia prossima missione e la mia nuova strada.
Dico grazie alla mia famiglia e ai miei nonni in cielo, miei primi allenatori di vita.
Grazie ad Adriano mio primo allenatore nel campo, colui che ha visto più lontano di tutti prima di tutti.
Grazie a Manuela per tutte le volte che sporchi di fango ci hai trasportati nel baule.
Grazie alla Piombinese, mia prima squadra maschile, perché hai creato il toro che è in me.
Grazie al Barcon , (che spogliatoi quelli di Barcon). Sei stata la mia prima squadra femminile e hai cambiato la mia vita ,in tutti gli aspetti. Mi hai fatto vincere tantissimo.
Grazie a Toni, quanta pazienza.
Grazie alla rappresentativa regionale.
Quella finale ad Anzio con la Lombardia rimarrà sempre una delle mie migliori partite.
Grazie ad Enrico mio primo allenatore in Nazionale U17, grazie per la fiducia e per avermi capita sempre (“a figlia dei fioriiii ”).
Grazie a Rita per i consigli da attaccante.
Grazie a Topi per quell’abbraccio all’Inno contro la Russia , il mio primo Inno.
Grazie a Corradini per avermi fatto esordire fuori quota in Under 19 all’europeo e segnare il goal della bandiera all’esordio contro la Germania.
Grazie a Cabrini e Rosario per avermi convocato in maggiore a 19 anni.
Porterò l’azzurro sempre tatuato nel cuore.
Grazie al Venezia, mi hai fatto esordire in serie A a 15 anni.
Grazie alla Reggiana. Da qui è iniziato il mio calvario con infortuni vari ma sei stata un allenamento di vita.
Grazie al Chiasiellis e a Udine , mi hai diplomata.
Grazie a Fabiana e al Verona per avermi fatto rinascere dopo 6 mesi di infortunio e avermi fatto segnare tanto, sei diventata la mia casa.
Grazie al Mozzanica e al pres Sarsilli per aver onorato un paesino così piccolo ma pieno di speranza e passione.
Grazie al ChievoVeronaValpo per avermi dato modo di rimettermi in gioco e non farmi rimanere con il rimpianto di non averci riprovato. L’ultima partita con il Milan mi ha fatto emozionare dopo tantissimo tempo.
Grazie a tutte le mie compagne ed ex compagne.
A tutti gli allenatori e allenatrici.
Ai tifi e ai genitori che ci hanno sempre esaltato.
Ai miei fisioterapisti (pori fisioterapisti).
Alle amiche, poche ma buone.
Grazie a Silvio e Meli per avermi dato l’opportunità di vedere un futuro nel calcio che amo in un’altra veste.
Sarò a capo del progetto sul femminile con PlayerManagement.
Grazie a Laura per aver accolto e capito questa mia passione e aver cercato di non farmi mollare fino all’ultimo.
Sei il mio fuorigioco migliore.
Grazie calcio, sei stato il mio terzo genitore e quinto nonno.
La mia scuola migliore.
Un augurio alla nazionale che a giugno dopo 20 anni parteciperà al Mondiale in Francia. Mondiale che verrà trasmesso su Sky e sulla Rai.
Vi auguro quello che meritate di vivere dopo anni di sforzi e delusioni.
Bum bum.
Tua Marta.