Serena Williams aveva lasciato il tennis, ma solo momentaneamente, dopo la vittoria agli Australian Open 2017 contro la sorella maggiore Venus per godersi la gravidanza. E in quel momento, entrambe le sorelle Williams vivendo uno dei momenti migliori – nonostante la carta di identità – della loro carriera agonistica esprimendo un gioco difficile da contrastare.
Dopo la nascita della sua primogenita, Olympia Alexis Ohanian, il ritorno tanto atteso e desiderato si è fatto forse più difficile di quanto si potesse aspettare. Se l’aspetto atletico – con la preparazione mai smessa durante la gravidanza – può essere un “effetto collaterale” a cui si può porre rimedio facilmente, Serena Williams ha dovuto fare i conti anche con la depressione post partum.
Non è la prima volta che The Queen si trova ad affrontare una battaglia simile. Aveva già conosciuto gli spettri di questa malattia dopo un intervento chirurgico al ginocchio che l’aveva costretta lontana dai campi da tennis per un po’ di tempo.
Eppure il ritorno, dopo i forfait a Roma e al Roland Garros – nell’attesissimo match contro la rivale di sempre Maria Sharapova – sembra essersi definitivamente materializzato dopo il raggiungimento della finale di Wimbledon. La sconfitta non aveva preoccupato più di tanto, Serena Williams era tornata a competere per un titolo dello Slam e questo era quello che più contava, per lei e per i suoi tifosi.
Ma quell’idillio era destinato a rompersi presto. La sconfitta al primo turno del Mubadala Silicon Valley Classic contro Johanna Konta con un risultato del tutto inatteso 6-1, 6-0 – record negativo storico per lei che non si aggiudicava solamente un set da quasi 1000 partite. Ad inizio agosto arriva, attraverso un post sul suo account ufficiale Instagram – una spiegazione del perché di quella rovinosa caduta.
“Ho subito troppi attacchi personali e avevo il morale a terra, sentivo di non essere una buona mamma. Mi concentro molto sul lavoro per tornare ad essere la migliore atleta possibile e sento di non trascorre abbastanza tempo con mia figlia, almeno non tanto quanto vorrei” scrive la Williams che però lancia anche un messaggio a tutte le mamme che si trovano nella sua stessa situazione: “Se non curata la depressione post partum può durare anche anni. Sono qui per dirvi che è ok anche se passate un giorno o una settimana difficile. Trovare l’equilibrio tra voi e il vostro bambino è arte, ma bisogna sempre guardare positivamente al domani”.
Serena Williams è pronta a dare battaglia, senza paura, la depressione post partum con il sostegno della famiglia e degli amici. D’altronde lei non si è mai tirata indietro davanti ad una sfida: né da piccola quando si iscrisse di nascosto ad un torneo, né quando – a 36 anni – avrebbe potuto lasciare al vertice del mondo la sua carriera dopo la scoperta della gravidanza.