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Andrea Pegue: “Credo di essere nata con il calcio a 5 nel sangue. Carolina Marín il mio idolo”

 

Laterale-pivot di nazionalità spagnola, Andrea Pegue è uno dei punti di forza della Virtus Ragusa Futsal iscritta al campionato femminile di Serie A di calcio a 5. Con un passato nel Salinis, Real Statte e Bisceglie, Andrea ha anche vestito la maglia dell’Elche in Primera Division.Quando hai iniziato a giocare a calcio?“Quando avevo 5 anni, sempre seguendo al mio fratello e poi a 7 anni ho cominciato nella mia prima squadra, una squadra mista del mio paese”.E’ stato il primo sport che hai fatto?“Si, effettivamente è stato il mio primo sport, diciamo che sono nata con un pallone tra i piedi“.Quali altri sport ti piacciono?“Lo sport in generale. Essendo piccola giocai un anno a basket e per due anni a pallamano, sempre però contemporaneamente al calcio a 5“.Hai mai giocato a 11?“Ho giocato qualche torneo e ho pure avuto delle offerte di grandi società della Spagna, però ho sempre preferito il calcio a 5, molto più tecnico e intenso“.Perché hai scelto il calcio a 5?“Credo di essere nata con il calcio a5 nel sangue. Da quando avevo 2-3 anni accompagnavo mio fattelo insieme a mia madre a tutte le sue partite e poi non vedevo l’ora di tornare a casa e mettermi a giocare insieme a mio padre. Li è nata la mia passione“.Come si svolge una tua giornata tipo?“Le mie giornate sono piuttosto monotone (ride ahahaha ndr). Mi sveglio la mattina presto per fare la colazione, poi mi preparo per andare subito in palestra oppure per fare gli allenamenti con la mia squadra. Dopo aver mangiato ho gli allenamenti di pomeriggio dopodiché arriva il momento più bello della giornata una bella doccia, riposino e dopo una buona cena e due chiacchiere con le mie coinquiline arriva l’ora del film“.Il tuo colpo migliore?“Sono una giocatrice grintosa, intensa, tecnica e con gran velocità, ma sopratutto una giocatrice molto regolare credo che sia la cosa essenziale in questo sport“.C’è una donna sportiva che ammiri in modo particolare?“Carolina Marín. Credo che sia un chiaro esempio da seguire, molto costante, regolare e con una voglia di superarsi ogni giorno pure essendo arrivata a livelli altissimi“.Hai tatuaggi?“Si, mi piacciono molto i tatuaggi e penso di avere una decina, per adesso, con i suoi rispettivi significati”.Qual’è il suo l’ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi alla sera?“Prima di andare a dormire parlo un po’ con la mia famiglia e amici e spesso il mio ultimo pensiero sono loro per quanto siano lontani. Spesso però penso anche ai allenamenti, alle partite. Tipo “dovrei fare questo” “quest’altro meglio così, sennò potrebbe essere sbagliato“.E il primo pensiero della mattina?“Un bel caffè, per iniziare con energia la giornata“.Piatto preferito?“La paella Valenciana, anche se mi piace da impazzire la pasta. In realtà adoro mangiare“Bevanda preferita?“La Coca-Cola. Anche se devo ammettere che come buona spagnola non direi mai di no a una bella birra fresca“.Tre cose che guardi in un uomo?“Il sorriso, gli occhi e le mani“.Fedele?“Si“Gelosa?“Il giusto“Felice?“Molto“Di cosa ha paura?“Credo che una delle mie paure più grandi è quella di avere un infortunio molto grave“.La parolaccia che usi più spesso?“Joder” sarebbe una parolaccia in spagnolo“Cosa non faresti mai neppure per tutto l’oro del mondo?“Uccidere, ovviamente“La delusione più grossa?“Ne avrò avute tante di delusioni, ma probabilmente quella che mi è rimasta è stato un grave infortunio il primo anno che sono arrivata in Italia. Rottura del ginocchio, dopo 2/3 mesi di essere arrivata qui, dove dovevo ricominciare tutta la mia vita da capo lontana dalla famiglia e dagli amici. Avere un infortunio del genere non è stato facile“.La soddisfazione più bella?“Penso sia stata essere campionessa della Spagna con 15 anni con una squadra under 23… Li feci un gran salto nel calcio a 5 e li cominciai a crescere molto velocemente“.

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