Atletica / Caster Semenya vince anche gli 800 a Doha: “Ma niente cure mediche”

 

“Ricorda con rabbia”, potrebbe essere questo il commento alla probabile, ultima gara diCaster  Semenya.  Visto il suo diniego a sottoporsi a controlli ormonali (diktat della Federazione internazionale), la possente mezzofondista sudafricana al centro di forti polemiche per via degli alti livelli di testosterone che produce il suo corpo, ha finito la carriera vincendo gli 800 m con uno straordinario 1’54”98nel Meeting di Doha (Emirati Arabi) che la fa diventare la sesta di tutti i tempi. Ieri si era sfogata così su Twitter dopo la sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport. “Sapere quando andar via è saggio. Avere la capacità di farlo coraggioso. Farlo a testa alta dignitoso”.CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIU’Per Caster Semenya si tratta anche del record personale e completa una serie incredibile di vittorie consecutive. Sui due giri della riunione nella città araba che, fra qualche mese, vedrà la disputa dei Campionati Mondiali, non c’è mai stata storia. Subito in testa Caster con passaggi proibitivi per tutte le altre. L’adrenalina trasformata in velocità addirittura ha fatto pensare a un miglioramento del record di Jarmila Kratochvilova, poi la solitudine di una gara condotta in testa e la fatica hanno fatto sfumare il sogno, senza però privare Caster di un grande risultato.“Ho sempre fermamente creduto che c’è una via d’uscita per tutti i problemi –  è il commento di Caster –: se di fronte a me c’è un muro, lo salto. Continuerò a divertirmi e a vivere la mia vita. Continuerò ad allenarmi e a correre. Per me niente è impossibile. Credo nei valori dello sport e lo sport mi ha insegnato a lottare sempre. La vita, a volte, ti può proporre delle difficoltà. Ma io sono credente e credo ci sia sempre un modo di risolvere tutto. Se mi sottoporrà a cure mediche? Assolutamente no“.Dietro, una gara con i fiocchi: seconda  la burundiana Francine Niyonsaba (1’57”75), terza l’americana Ajee Wilson (1’58”83). Grandissima gara anche i 400 hs, vinti dall’americana Dalilah Muhammad  con 53”61 davanti alla connazionale Ashkey Spencer, 54”72. Sotto tono la gara di Yadisleidy Pedroso, nona con 57”20. Una prova decisamente incolore. Non all’altezza, purtroppo, la prova di Elena Vallortigara nell’alto: l’azzurra non è mai sembrata entrare in pedana con lo spirito giusto. Si è arenata a quota 1.88, dopo avere superato 1.80 e 1.85 faticando. Per lei un settimo posto che sa di anonimato. Ci sarà ancora da lavorare in vista degli impegni futuri.

Redazione SportDonna

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