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Atletica, Luminosa Bogliolo: “Che brividi l’’Olympiastadion!”

 

Nome: LuminosaCognome: BoglioloEtà: 23 anniNata a: Alassio (Liguria)Luminosa, una stagione davvero fantastica…” Un sogno, è stato un sogno. Se, un anno fa, avessi pensato di incavolarmi per l’argento ai Giochi del Mediterraneo sarei stata considerata una pazza. Invece…”.Dal papà veterinario hai ereditato la passione per lo studio degli animali e gli studi universitari. Come si fanno a conciliare le due cose?“Fa parte del mio carattere ormai sono abituata a continui viaggi fra Torino (dove studia-ndr) e la Liguria. Ho due tecnici: nella città piemontese Antonio Dotti, a Albenga Ezio Madonia”.Su cosa hai lavorato di più negli allenamenti?“La svolta è arrivata quest’anno. Abbiamo lavorato tantissimo sulla partenza, il mio punto debole e i risultati sono arrivati”.Nel maggio scorso a Savona sei diventata  la quinta italiana di tutti i tempi correndo la distanza in 12”99. Da anni in Italia non si scendeva sotto la barriera fatidica dei tredici secondi…“I cento ostacoli mi piacciono perché “muoio subito”. Può sembrare una frase a effetto, ma rispecchia il mio carattere. Mi piace affrontare le barriere in poco tempo, spingere a tutta velocità. Non voglio allungare la distanza, come mi ha proposto qualcuno”.Il successo ti piace o ti provoca fastidio?“Ad Alassio mi hanno fatto grandi feste, ma alla fine non sono ancora nessuno, devo crescere ancora. Chi fa sport per passione non fa certo per la notorietà, se poi arriva bisogna essere bravi a controllarla”.Da Savona a Tarragona , primo grande impegno con la finale dei Giochi del Mediterraneo…“A pensarci ancora, ho qualche rimpianto per l’oro. Sono partita bene, poi ho incocciato nel quinto ostacolo e a un certo punto ero quarta. Mi sono letteralmente buttata sul traguardo  e ho bruciato al fotofinish la greca Pesiridiou, conquistando il secondo posto”.Dimostrazione di carattere e grinta che non ti è mancato nemmeno nelle batterie e nella semifinale degli Europei di Berlino…“L’Olympiastadion mi ha messo soggezione. Mi sono detta: “O fai le cose bene, senza sbagliare, o te ne vai”. “In semifinale sono arrivata quinta. Sono partita male ma ho reagito bene. Era impossibile accedere alla finale, ma  ci ho provato fino all’ultimo”.

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