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Ciclismo/ Incredibile: ecco quanto ha guadagnato Marta Bastianelli vincendo il Giro delle Fiandre!

 

Incredibile ma vero. Si parla tanto e da troppo tempo di parità dei sessi ma nello sport siamo distanti anni luce. Basti pensare a quanto ha guadagnato la bravissimaMarta Bastianellifresca vincitrice del mitico Giro delle Fiandre, una delle corse di ciclismo più importanti al mondo. Alla fine di una giornata massacrante l’atleta italiana si è portata a casa la “bellezza” di 1.265 euro. No, non avete letto male, la cifra è proprio questa.In campo maschile la cifra è sempre bassa considerato il livello della corsa ma è comunque molto più alta. Alberto Bettiol ha infatti vinto 20.000 euro. Due sono le considerazioni da fare: la prima legata al montepremi bassissimo della corsa, la seconda sulla disparita di trattamento tra uomini e donne.Per lo stato italiano, salvo pochissimi casi, le atlete sono tutte dilettanti. Significa non avere contratti, maternità, pensione, tfr, nessuna delle tutele basilari che dovrebbe avere chi fa dello sport il proprio lavoro. I corpi militari colmano in parte questo vuoto assumendo molte atlete in cambio di prestigio e visibilità. Quando un corpo militare ti assume, diventi un lavoratore a tempo indeterminato, hai uno stipendio, una tredicesima, la maternità, accumuli contributi. Ma è solo un piccolo escamotage. Il problema resta ed è grande.Lavinia Santucci, cestista azzurra classe ’85, Nazionale Italiana, aveva raccontato durante il Meeting Nazionale dello Sport Femminile: “Noi viviamo una vita sportiva identica a quella degli atleti maschi, ma i nostri contratti sono solo degli accordi privati, che non ci tutelano da nessun punto di vista. Io per esempio mi sono infortunata al ginocchio e mi sono dovuta operare e riabilitare: ho dovuto fare tutto da sola, perchè il mio contratto non mi dà un’assicurazione sanitaria. Inoltre è chiaramente specificato in questi accordi che sono due i motivi per cui possono cacciarti: se ti arrestano o se rimani incinta. Proprio la stessa cosa, vero? […] Questo deve cambiare, perchè non è una battaglia solo femminile: i diritti sono di tutti, e tutti devono impegnarsi per farli rispettare“.

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