“Ultima di campionato, io col Chieti contro la Roma, dove ho giocato per anni. Ultima giornata, la vittoria ci ha dato la serie A davanti a 3000 persone. Non potevo smettere in modo migliore, io e il mio compagno Giampiero ci siamo messi a piangere tutti e due, ma in cuor mio lo sapevo già” ha spiegatoGioia MasiaaLanuovasardegna.it, difensore classe 1977, che ha dato il suo addio al calcio a 11.Ora nel suo futuro ci sonoun figlio e il calcio a 5:“L’idea di smettere nasce soprattutto per quello, visto che non sono più giovanissima. Però finché non arriva giocherò nella C regionale di calcio a cinque. Mi ci butterò anima e corpo perché è tutto nuovo, è un altro sport, mi intriga. Non c’è verso, senza competizione non so stare”.Sul ricordo più bello della sua ventennale carriera vissuta tra Torres, Roma, Lazio, Tavagnacco, Napoli, Riviera di Romagna, Acese e Chieti:“Il primo scudetto, 3-1 al Torino all’Acquedotto davanti a 5000 persone. Un sogno. Poi le qualificazioni europee in Sardegna con la Nazionale, la famiglia in tribuna. Cantavo l’inno ma singhiozzavo per l’emozione, andavo fuori tempo e facevo sbagliare le compagne, mi hanno mezzo insultata ma volevo continuare a cantarlo”.
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