Il calcio femminile finisce nelle aule delle università attraverso una tesi. Per il corso di Laurea in Strategie Comunicative Multimediali dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale,Giandomenico Tiseoha elaborato una tesi dal titolo “Analisi e promozione comunicativa del calcio femminile in Italia”.Di seguito pubblichiamo l’intervista che Giandomenico Tiseo ha realizzato aMattia Martini, manager e consulente di mercato dell’AGSM Verona all’interno del suo elaborato.Che cos’è per te il calcio femminile e cos’è in Italia?“Ad oggi la franchezza deve essere l’unico elemento da far trasparire in questi frangenti ed in queste occasioni: Passione. Affermo ciò partendo da un postulato, ossia quello che almeno il 75% circa delle giocatrici non ha un compenso definibile stipendio, del restante 25% solo un buon 15% arriva a guadagnare sopra i 1000 euro al mese, quindi 10000 euro annui, divisi in 10 rate Settembre-Giugno. Non trattando solo la mera economia, purtroppo però è quella che conta, pure infrastrutture precarie e non sempre personale addetto preparato, minano una situazione già precaria di principio. Alla luce di tali dati è capibile che il Calcio femminile in Italia, anche a livelli massimi, è puro dilettantismo, come di fatto è essendo tale dipartimento nella LND. Solo con l’avvento di Club professionistici maschili, esempio di spiccato acume e brillantezza Fiorentina, potremo sperare un giorno in uno sviluppo di tale disciplina”.Pensi che iniziative di sensibilizzazione nelle scuole possano essere utili nel nostro Paese per comprendere che il calcio non è solo uno sport maschile?“Il cambiamento viene dalla cultura, dal sapere, dalla conoscenza e consapevolezza. La scuola è colei che plasma coscienze e pensieri del domani. Sicuramente potrebbe essere una forte leva di cambiamento, l’istruzione”.Alcune società in Italia hanno iniziato a portare avanti una gestione unica tra club maschile e femminile. E’ questa la strada?“Come affermato rispondendo al primo quesito, è necessario che le società professionistiche maschili inglobino o creino il femminile: capitali sempre pronti ad essere investiti, strutture idonee, assistenza sanitaria, staff competenti e preparati, inoltre porterebbe un’altra mentalità, che cambierebbe il sistema, migliorandolo. Sembrano tutte frasi fatte, ma l’esempio Fiorentina, della lungimiranza dei Della Valle, del Presidente Sandro Mencucci e dell’Amministratore Delegato Vincenzo Vergine, è un qualcosa davvero da togliersi il capello”.La problematica del dilettantismo (calcio donne) e professionismo (calcio maschile) crea per definizione disparità. Ritieni che questo sia il vero nodo cruciale?“Io penso che la prima disparità sia a livello culturale, uomo-donna, fosse solo il problema del dilettantismo e professionismo la questione si risolverebbe con un protocollo ed una serie di carte scritte, ma la cultura, i retaggi, sono un qualcosa che si cambia con il tempo e solo con azioni di programmazione. Non si può risolvere con carta e penna… Ribadisco: ci vuole istruzione e sensibilizzazione. Le questioni e le problematiche al genere hanno radici profonde e lontane”.
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