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L’incredibile storia di Monica Contraffatto in un libro. Dall’attentato alle gare paralimpiche

 

Una storia incredibile quella raccontata in questo libro edito da Mondadori che presentiamo oggi. Monica Contraffatto è stata il primo Caporal Maggiore dell’Esercito a ricevere la Medaglia al Valore per un gesto fatto durante una missione. Afghanistan, marzo 2012: Monica è primo Caporal Maggiore dell’Esercito, 1° Reggimento Bersaglieri. È lì che rimane vittima di un attacco: riesce a schivare la prima delle bombe che cadono dentro la base, non la seconda. Le schegge la colpiscono all’altezza della femorale, all’addome, a una mano. La gamba destra verrà amputata, un tratto dell’intestino asportato, la mano ricostruita utilizzando un osso della gamba. Ma è viva. “Ho sentito il tonfo, l’esplosione, poi un fischio nelle orecchie. Infine più niente a parte la gola piena di aria calda” fu il suo racconto.Le terapie e la riabilitazione richiedono mesi: a fine estate è ancora in ospedale. Una sera, facendo zapping, si imbatte nelle gare delle Paralimpiadi di Londra. Monica non sapeva nemmeno che cosa fossero, le Paralimpiadi. Si innamora della corsa mentre assiste al trionfo di Martina Caironi, vincitrice dell’oro nei 100 metri, amputata come lei a una gamba appena sopra il ginocchio. “Lo starter ha sparato e le atlete hanno cominciato a correre. Correre. Delle tizie senza gambe, incredibile. Mi si aprì un mondo“. Nasce allora il desiderio di arrivare lì, su una pista di tartan, e di servire il suo Paese in modo diverso: vincendo una medaglia. È quello che succede: a Rio de Janeiro, nel 2016, Monica non solo sbarca insieme agli altri atleti paralimpici, superando selezioni durissime, ma si aggiudica il terzo posto nei 100 metri, tagliando il traguardo qualche istante dopo Martina Caironi, che si classifica ancora una volta prima.In questo libro che presentiamo oggi, edito da Mondadori, Monica racconta il potere dei sogni: diventare un soldato prima e un’atleta poi, con lo stesso amore per il prossimo e per il proprio Paese, e la stessa determinazione. “Non sai mai quanto sei forte finché essere forte è l’unica scelta che hai”: queste le parole che Monica ha tatuate sulla pelle, per ricordare a se stessa e a tutti noi che ciascuno ha dentro di sé una forza innata che aspetta solo di essere liberata. L’importante è non arrendersi e, dopo ogni caduta, rialzarsi e correre.

Redazione SportDonna

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