Chiara Cecotti: “Mi manca la nonna, ma il calcio mi rende felice”

Chiara Cecotti,difensore dell’UPC Tavagnacco, classe 1999, si racconta in un’intervista a SportDonna. Nonostante la giovane età la ragazza vanta già un curriculum di tutto rispetto con l’esordio in A che arriva a soli 14 anni e le tante soddisfazioni con lamaglia azzurra dell’under 17 e under 19.Com’è nata la passione per il calcio?La mia passione è stata tramandata da mio papà e da mio nonno che fin da quando ero piccola si vedevano tutte le partite possibili e immaginabili che c’erano in tv, allora io mi mettevo in divano con loro e le guardavo pure io. Poi papà ha sempre giocato a calcio e quando ha iniziato a giocare anche mio fratello, ho iniziato pure io.Hai scelto tu di fare il difensore?Il mio primo allenatore mi mise in difesa e mi ci sono subito affezionata, pur provandomi anche un po’ più avanti, alla fine sono finita a fare il terzino. Mi sono sempre adattata.Che caratteristiche deve avere un buon difensore?Intelligenza, coraggio di rischiare e non fermarsi mai.Ti ricordi il tuo primissimo allenamento?Certamente! Ricordo che ero un po’ spaventata però c’era anche un’altra bambina e anche mio fratello quindi già conoscevo qualcuno, essendo molto timida mi è stato fondamentale. Ricordo inoltre, che a fine allenamento, il mister disse alla mia mamma che poteva tesserarmi all’istante perché feci una gran bella impressione.E’ da poco iniziato il campionato del “tuo” Tavagnacco: avete obiettivi?Ogni anno è sempre più difficile per noi che siamo una piccola realtà rispetto a Juventus, Milan, Fiorentina… Il nostro obiettivo principale è centrare la salvezza il prima possibile, poi quello che verrà di più è ben accetto.Chi è l’attaccante che più ti ha messo in difficoltà?Penso che a nessun difensore faccia piacere trovarsi davanti Bonansea, ha una velocità e un’intelligenza che chiunque vorrebbe avere e ogni partita devi escogitare un modo diverso per cercare di fermarla.Che squadra tifi?Ovviamente Atalanta. Essendo nata a Bergamo, quando posso, torno sempre nella mia città e ammetto di esserle molto attaccata.Oltre al calcio, una tua passione sin da bambina?Gli animali. Mi sono sempre piaciuti e a casa ne ho molti: cani, gatti ma non solo. Ho sempre preferito andare a giocare fuori con loro piuttosto che stare sul divano.Film preferito?Senza dubbio “La ricerca della felicità“. Ogni volta che lo ritrasmettono in tv, lo rivedo con piacere. È l’esempio di come, se si vuole veramente qualcosa, si può ottenere; con i dovuti sacrifici ovviamente.Quanto contano per te: famiglia, amici e soldi?La famiglia per me è tutto, in ogni mia vittoria, c’è sempre un loro pezzettino. Poi ovviamente ci sono gli amici con cui condivido vittorie, ma anche sconfitte e so che ci saranno sempre. Per quanto riguarda i soldi, penso ci siano cose più importanti.Che cosa fai nel tempo libero?Diciamo che di tempo libero non ne ho molto, la mattina vado all’università, il pomeriggio studio e la sera mi alleno. Da quest’anno do anche una mano alla mister dell’under 15 ad allenare le bambine del settore giovanile; loro sono il futuro e penso che avere qualcuno della prima squadra al loro fianco sia uno stimolo in più.Piatto preferito?Assolutamente la polenta taragna che mi faceva sempre la nonna, ma anche quella dello zio è fantastica.Il giorno più bello della tua vita?L’esordio in serie A! Il sogno che tutti i bambini che iniziano a giocare hanno fin dall’inizio.E quello più brutto?Quando è venuta a mancare la nonna quest’estate. Ero molto legata a lei.Che cosa diresti a una bambina che vuole iniziare questo sport?Di lottare per i propri sogni, di non arrendersi alle prime difficoltà e di non perdere mai di vista l’obiettivo per il quale ha cominciato… ovviamente divertendosi.